Artrosi: cos’è, chi colpisce​ e come curarla

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Cos’è l’artrosi e chi colpisce

L’artrosi è una malattia degenerativa cronica progressiva che colpisce le articolazioni, creando problemi più o meno significativi nello svolgimento delle attività quotidiane. Causata dall’usura e dall’invecchiamento della cartilagine, l’artrosi solitamente colpisce le sedi più sottoposte al carico (ovvero anche, ginocchia, piedi). I sintomi più comuni dell’artrosi sono, oltre al dolore, anche la rigidità e la limitazione nell’utilizzo dell’articolazione stessa. L’artrosi si verifica con il deterioramento della cartilagine che riveste le superfici ossee all’interno delle articolazioni. Dal momento che lo scopo della cartilagine è quello di ridurre l’attrito fra le ossa, quando si danneggia, questo tessuto finisce per perdere la sua elasticità.

I pazienti maggiormente colpiti dall’artrosi sono spesso gli anziani, persone in sovrappeso (soprattutto di sesso femminile in post-menopausa); ma anche persone con fratture e lesioni articolari, come ad esempio gli sportivi. Inoltre si deve tener conto anche dell’incidenza di alcuni lavori che richiedono posizioni forzate (per es. stare inginocchiati a lungo) oppure il continuo utilizzo di alcune articolazioni (per es. le articolazioni delle dita delle mani). 

Curare l’artrosi con metodologie alternative e conservative

L’impatto sociale di malattie degenerative come l’artrosi sta aumentando costantemente, a causa del continuo aumento dell’età media e della popolazione attiva. Inoltre ha un ampio effetto sulla qualità della vita e si classifica tra le prime dieci cause di disabilità nel mondo. Con l’invecchiamento della popolazione, la prevalenza di queste malattie sta aumentando. 

Le cure tradizionali per contrastare l’artrosi sono l’utilizzo di farmaci FANS o analgesici; terapie non farmacologiche come la riabilitazione muscolare e la riduzione dello stress fisico; iniezioni di cortisone e terapie intra-articolari con acido ialuronico. 

Tuttavia ogni paziente risponde diversamente alla somministrazione e all’assunzione di farmaci; e il loro uso garantisce un effetto benefico immediato e sul breve termine. Inoltre, diversi studi dimostrano che il loro utilizzo non altera minimamente il decorso degenerativo della patologia, ma anzi, talvolta lo peggiora. 

Per questo motivo, per contrastare la diffusione dell’artrosi e limitare il ricorso alla chirurgia, sono state proposte una serie di soluzioni non invasive.

Tra queste, l’iniezione di acido ialuronico ha l’effetto immediato di riequilibrare i normali parametri del liquido sinoviale che a sua volta, grazie alle sue caratteristiche fisiche di elasticità e viscosità, facilita lo scorrimento dei capi articolari.

Acido ialuronico: cos’è e perché si usa

L’acido ialuronico è una molecola presente naturalmente nel nostro corpo e garantisce un’azione antinfiammatoria. Inoltre è in grado di stimolare la formazione del collagene (proteina del tessuto connettivo fondamentale per la buona salute di pelle, cartilagini, ossa, etc). Prodotto dalle cellule della sinovia, l’acido ialuronico è un componente importante del liquido sinoviale. Esso contribuisce a lubrificare l’articolazione e a proteggere la cartilagine dalla penetrazione di cellule infiammatorie e dagli enzimi litici che la degradano.

Tra le diverse scelte terapeutiche, dunque, l’infiltrazione di acido ialuronico è estremamente diffusa nella pratica clinica, garantendo al paziente un beneficio nel medio-lungo periodo. Questo perché nelle malattie reumatiche e degenerative delle articolazioni si verifica una degradazione della concentrazione e del peso molecolare dell’acido ialuronico che causa una riduzione della viscosità del fluido sinoviale. La somministrazione di acido ialuronico a livello intra-articolare permette di ripristinare la viscoelasticità del liquido sinoviale, apportando un significativo miglioramento della mobilità articolare e l’attenuazione del dolore e della risposta infiammatoria. Infatti, grazie all’elevata capacità di questa molecola di ritenere acqua, questa produce un effetto elastico in grado di migliorare la lubrificazione e le prestazioni ammortizzanti della cartilagine.

L’ortobiologia

Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse verso la medicina rigenerativa, che ha lo scopo di favorire il naturale processo di guarigione dei tessuti. Molte patologie croniche hanno caratteristiche comuni e l’impiego delle nostre cellule o dei nostri tessuti (autologhi, quindi che appartengono allo stesso organismo) può favorire la rigenerazione apportando al nostro corpo un rinnovato nutrimento. La cartilagine rimane uno dei tessuti più difficili da trattare e sarebbe meglio parlare di riparazione anziché di rigenerazione, ma grazie alla medicina rigenerativa, è possibile, talvolta, evitare un intervento chirurgico protesico. 

Ecco perché in ortopedia la medicina rigenerativa ha definito una nuova branca: l’ortobiologia

Queste nuove cure possono preservare l’articolazione, dando sollievo dai sintomi (come dolore e limitata funzionalità) e, in determinati casi, garantire una vera e propria guarigione. 

Ma possono intervenire anche a completamento di un intervento chirurgico che ha avuto un esito non completamente soddisfacente a causa di fattori che hanno limitato la guarigione dei tessuti.

L’uso del PRP

Il plasma ricco di piastrine, più comunemente conosciuto come PRP, è uno dei prodotti rigenerativi più soddisfacenti, in quanto consente di sfruttare i fattori di crescita contenuti nelle piastrine che vengono raccolte con un semplice prelievo di sangue e concentrate con una centrifugazione. Il PRP svolge un’azione di nutrimento e supporto sul tessuto trattato e stimola la formazione di nuovi vasi. Esistono però molte tipologie di PRP e si distinguono principalmente per concentrazione finale di piastrine, attivazione o meno di queste (per la formazione del gel piastrinico) e per la presenza o meno di leucociti. L’utilizzo del PRP per uso non trasfusionale è una pratica ormai consolidata a livello internazionale e non presenta effetti collaterali (a differenza dell’impiego di farmaci analgesici e cortisonici). 

La priorità di Akesis rimane quindi la cura del paziente anche nel campo dell’ortopedia, intesa non solo come prevenzione e trattamento delle malattie grazie a un team di specialisti d’eccellenza, ma anche e soprattutto alla sua salute e al suo benessere generale; mirando a risolvere i suoi problemi sul lungo termine, piuttosto che nel breve periodo. 

Se anche tu soffri di artrosi, o vuoi prevenire la sua comparsa, non esitare a contattarci per una visita, una prestazione ortopedica o un controllo post-operatorio.